L' ABA spiegata a mia nonna (quinta parte- L' ABC del comportamento problema)

Si può definire un comportamento problema (spesso abbreviato in CP) qualsiasi forma di comportamento che interferisce in maniera significativa con gli apprendimenti e le attività del vivere quotidiano.

Il comportamento problema, nella maggior parte dei casi, non è parte della patologia,  ma è una conseguenza dei deficit dovuti alla patologia ed è plasmato e modificato dall’ambiente circostante. (E questa è una buona notizia.)

Ma quando un comportamento diventa un problema? 

Ci sono delle caratteristiche che fanno si che un comportamento inizi a farci preoccupare e i motivi di solito sono:


  • è pericoloso per la persona, per altri o per l’ambiente (danni a se stesso, agli altri, alle cose);
  • impedisce alla persona di apprendere abilità o di avere interazioni sociali (ostacolo);
  • è inappropriato al contesto (stigma sociale).


In accordo con le persone che fanno parte della rete di riferimento del bambino (genitori, insegnanti, terapisti) si da una definizione del comportamento problema su cui si vuole intervenire. A questo punto si fa un elenco dei comportamenti problema condivisi e definiti in modo operazionale.

Definire in modo operazionale un comportamento significa descrivere le azioni, tenendo presente variabili di interesse come frequenza (quante volte in un certo tempo si manifesta il comportamento), durata (la durata nel tempo), intensità (con quanta forza si manifesta) e latenza (misura quanto tempo impiega un comportamento per  attivarsi dopo che una specifica richiesta verbale o un evento si è verificato).


Definire in modo operazionale significa anche descrivere i comportamenti utilizzando dei verbi che non lascino spazio ad interpretazioni. Ad esempio non utilizzare "il bambino è nervoso" ma descrivere quello che vediamo: "urla" o "tira calci alle persone vicine" etc. Non usare "ha fame" ma "apre il frigo e prende lo yogurt".


Dobbiamo inoltre evitare di spostare il focus dell'attenzione dall'osservazione del comportamento al giudizio sulla persona (è timido, è aggressivo, è capriccioso, è cattivo, ...).


Un momento importante di questa fase preliminare é la decisione di reale problematicità in cui si discute sul fatto che un comportamento sia così pericoloso e disturbante per il bambino da rendere necessario un intervento. Questo perché un intervento di questo tipo risulta molto impegnativo. Se  tutte le persone che formano la rete non sono convinte della necessità di un intervento si corre il rischio di perdere solo del tempo. Se invece si dovesse essere in accordo si può iniziare. Nel caso coesistano più comportamenti problema si parte da quelli più pericolosi e si affrontano uno alla volta.

A questo punto può iniziare un periodo di osservazione nel quale si valuterà come cambia il comportamento: diminuisce? aumenta? in quali situazioni?


L'osservazione diretta del comportamento viene fatta  in tutti i contesti di vita del bambino e si realizza una linea di base (baseline in inglese) quantitativa che altro non è che una scheda di osservazione prestampata.


Per comprendere meglio gli argomenti successivi è necessario chiarire il concetto di "operante" e fare una distinzione tra topografia e funzione del comportamento.


Leggendo la parola topografia ci potrebbe venire in mente una cartina geografica...In questo caso però  ci riferiamo alla forma del comportamento.  Ad esempio "indicare il tablet" ha una certa topografia.  Con il termine funzione ci si riferisce al risultato che si vuole ottenere con un dato comportamento. Proseguendo con l'esempio fatto sopra: topografia = indicare il tablet; funzione = ricevere un oggetto (tablet). 


Una cosa importante a cui prestare attenzione è che alcuni comportamenti hanno diversa topografia ma stessa funzione: questi comportamenti che hanno funzioni simili sono dette operanti. Per esempio un bambino potrebbe mettere in atto comportamenti diversi da un punto di vista topografico (per esempio piangere, lanciare oggetti, sputare, dare pugni, etc.) ma con la stessa funzione (ottenere il tablet). 

Questo discorso vale anche per il contrario. Ad esempio il bambino potrebbe piangere (stessa topografia) per ottenere il tablet, attirare attenzione o evitare di fare la doccia: stessa topografia per diverse funzioni.

Il procedimento per mettere in relazione gli eventi antecedenti, il comportamento e le conseguenze prende il nome di analisi funzionale. L'analisi funzionale ha l'obiettivo di fornirci un'efficace griglia di osservazione dei comportamenti per comprendere meglio le loro relazioni con l'ambiente e per modificarli.

La ricerca sperimentale negli anni ha individuato quattro funzioni principali a cui un comportamento problema può essere ricondotto:


  •     evitamento o fuga: comportamento mantenuto da rinforzo negativo;
  •     avere attenzione: comportamentamento mantenuto da rinforzo positivo;
  •     accedere al tangibile: comportamento mantenuto da rinforzo positivo;
  •     sensoriale: comportamento mantenuto da un rinforzo automatico.


Funzione "avere attenzione". Si verifica quando il bambino vuole avere l'attenzione di qualcuno e non sapendo comunicare questo bisogno mette in atto dei comportamenti per averla. Ad esempio un bambino potrebbe colpirsi la testa con il pugno  per attirare l'attenzione della mamma. Dandogli attenzione la mamma non farà altro che rinforzare (leggi la prima parte) questo comportamento che potrà essere riutilizzato dal bambino in queste circostanze.


Funzione "accesso al tangibile". Questo comportamento si presenta quando il ragazzo vede un oggetto o un’attività che per lui è molto gradita. Ad esempio: il bambino sta giocando con il tablet, la mamma gli dice di spegnerlo e lui inizia a piangere per giocare ancora. Se la mamma concede di utilizzare ancora il tablet per qualche minuto il bambino potrebbe riutilizzare questa strategia in altre occasioni.


Funzione "fuga/evitamento". Il comportamento problema in questo caso viene messo in atto quando si vuole evitare di fare un’azione o la si vuole ritardare nel tempo. Ad esempio, l’insegnante entra in classe e inizia a spiegare. Il bambino inizia a lanciare in aria il quaderno o a battere sul banco. L’insegnante lo porta fuori per non disturbare la classe. Il bambino ha ottenuto quello che voleva: lasciare l'aula.

Funzione sensoriale. La funzione sensoriale é tipica delle stereotipie, cioè quei comportamenti che vengono ripetuti in qualsiasi circostanza anche senza la presenza di altre persone. Ad esempio oscillare con il corpo, "sfarfallare" con le mani, ripetere le frasi del proprio cartone animato preferito. Questo è un comportamento molto difficile da modificare perché è controllato da un rinforzo  automatico, cioè il fatto stesso di compiere il comportamento dà piacere ed è "rinforzante".





Infografica sulle funzioni del comportamento. La colonna dei "cosa fare" è solo indicativa per ragioni di spazio. Vedremo alcune strategie nei prossimi articoli.


Come abbiamo visto nel precedente articolo, quando abbiamo descritto la contingenza a tre termini, ogni comportamentopuò essere analizzato in base a tre eventi: A B C

Antecedent: gli stimoli che esistono immediatamente prima del comportamento.
Behavior: comportamento.
Consequent: conseguenze del comportamento, ciò che segue un comportamento.

Torniamo alla lavagna...



Esempio di comportamento problema messo in atto per avere attenzione



Dall'analisi funzionale di questo comportamento si può  ipotizzare che la sua funzione sia mantenuta da un rinforzo positivo che in questo caso è l'attenzione della mamma. 
Concludiamo qui questa parte sui comportamenti problema e vedremo in un altro post alcune strategie d'intervento. Un'ultima cosa da tenere a mente è questa:
"Il comportamento che noi chiamiamo problema è la strategia migliore che il bambino ha elaborato per affrontare una data situazione."  Ragioniamoci su...


Vedi  anche il post sulle procedure di rinforzo differenziale che vengono utilizzate prevalentemente con l'obiettivo di ridurre o eliminare i comportamenti inadeguati. Come potrai vedere, le buone prassi rispetto i di comportamenti problematici prevedono non tanto di eliminare il comportamento disfunzionale ma di sostituirlo  con un comportamento adeguato.


Interventi per l'autismo - Studio Pedagogico Maieutica - Sinnai



Riferimenti
Il manuale ABA-VB: Applied behavior Analysis And Verbal Behavior. Fondamenti, tecniche e programmi di intervento. Carlo Ricci, Alberta Romeo, Delia Bellifemine, Giorgia Carradori, Chiara Magaudda. Erikson 
Intervento precoce per bambini con autismo. Un manuale per genitori e specialisti. Catherine Maurice (Autore), L. Nota (a cura di), S. Soresi (a cura di), S. Falchero (Traduttore)
Applied Behavior Analysis. John O. Cooper (Autore), Timothy E. Heron (Autore), William L. Heward (Autore) solo in inglese
Strategie e tecniche per il cambiamento. Garry Martin (Autore), Joseph Pear (Autore), P. Moderato (a cura di), F. Roletto (a cura di)
Il comportamento verbale. Burrhus F. Skinner (Autore)

Tecniche base del metodo comportamentale. Per l’handicap grave e l’autismo. Richard M. Foxx (Autore), C. Calovi (a cura di), M. Rucci (Traduttore), C. Villoresi (Traduttore)

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