L'ABA spiegata a mia nonna (Sesta parte) -Gli operanti verbali ovvero il linguaggio secondo Skinner
Prima di avventurarci verso un nuovo ed importante argomento, ricapitoliamo brevemente i contenuti delle prime parti de "l'ABA spiegato a mia nonna" : cosa è l'ABA (prima parte); i principali concetti (seconda parte); i setting di lavoro (terza parte); approfondimento del concetto di contingenza a 3 termine (quarta parte); comportamenti problema (quinta parte).
In questo nuovo articolo, ovvero nella sesta parte, parleremo dell'acquisizione del linguaggio.
Le teorie tradizionali sullo sviluppo del linguaggio (Chomsky, Piaget, Vygotsky, Brunner) lo hanno definito come un processo innato non dipendente da fattori ambientali, ma controllato da meccanismi cognitivi interni.
Queste teorie, di conseguenza, hanno posto la loro attenzione sulla forma del linguaggio, cioè sulle parole, frasi, sintassi, la grammatica ect.
Nel 1957 Skinner scrive il libro “Verbal Behavior”, nel quale presenta il linguaggio come un comportamento verbale che può essere spiegato tramite le stesse variabili ambientali che controllano ogni altro comportamento.
Considerato un comportamento, anche il linguaggio sottostà alla contingenza a tre termini (ormai dovremmo conoscerla perché ne abbiamo parlato qui e qui): l’antecedente, il comportamento vero e proprio e la conseguenza.
Ricordiamo brevemente:
• l’antecedente descrive la situazione prima del comportamento e comprende il controllo dello stimolo e la motivazione (MO);
• il comportamento rappresenta la forma della risposta che viene messa in atto rispetto all’antecedente;
• la conseguenza è l'azione che segue quel determinato comportamento.
Nella conseguenza il comportamento può subire delle variazioni tramite il rinforzo (aumento del comportamento).
Il comportamento verbale (B) può quindi essere studiato sulla base degli stimoli ambientali che lo precedono (A) e le conseguenze (C).
La parola non viene più definita sulla base della sua forma, ma per la sua funzione, ovvero in base alle variabili che ne controllano l’emissione.
Il linguaggio viene suddiviso da Skinner in categorie funzionali (ogni categoria ha una precisa funzione) chiamate operanti verbali. Nel linguaggio Skinner ha individuato anche il comportamento non verbale, detto dell'ascoltatore (LISTENER) e cioè il linguaggio ricettivo: risposte motorie a ciò che viene detto. Ad esempio diciamo al bambino "tocca la testa" e il bambino si tocca la testa.
Un' importante precisazione và fatta.
Con comportamento verbale non ci di riferisce solo al comportamento vocale, ovvero al "parlare", ma a qualunque tipo di sistema di comunicazione: per esempio la lingua dei segni (utilizzate da chi presenta disabilita` uditive) o il PECS (sistema di comunicazione per scambio di immagini).
Torniamo agli operanti verbali identificati da Skinner e al comportamento non verbale:
- Operanti verbali primari:
• MAND (Richiesta): chiedere ciò che si vuole. Per esempio dire “biscotto” perchè lo si vuole;
• TACT (Denominazione / Etichettamento): dire il nome o identificare un oggetto, una caratteristica o un evento. Per esempio dire “biscotto” perché lo si vede;
• ECHOIC (Imitazione vocale): ripetere esattamente quello che si è sentito. Per esempio dire “biscotto” dopo che qualcun altro ha detto la stessa parola;
• MIMETIC (Imitazione del segno): copiare i movimenti di qualcun altro. Fare il segno (del linguaggio dei sordi ad esempio) per "biscotto" dopo che qualcun altro ha fatto il segno per "biscotto";
• INTRAVERBALE (Risposta a domande): rispondere a domande o conversare quando le parole sono sotto il controllo di altre parole. Per esempio dire “biscotto” quando viene chiesto: “cosa mangi per merenda?”;
• TEXTUAL (comportamento testuale): è la lettura senza necessaria comprensione. La comprensione di ciò che si legge implica il coinvolgimento di altri operanti verbali e non verbali come l’intraverbale e il linguaggio ricettivo . Per esempio, dire “biscotto” vedendo la parola scritta "biscotto" è un comportamento testuale. Capire che una biscotto è qualcosa che si mangia non è comportamento testuale. Capire in questo caso è comunemente identificato come comprensione della lettura. Skinner ha scelto il termine textual perché il termine lettura si riferisce a molti processi che
avvengono nello stesso momento.
• TRASCRIPTION (dettato): consiste nello scrivere una parola che si è sentita. Skinner si riferisce a questo comportamento come “dettato” perché il comportamento coinvolge non soltanto la scrittura delle lettere che compongono la parola ma anche un corretto riconoscimento delle singole lettere che formano la parola.
- Comportamento non verbale:
• LISTENER - COMPORTAMENTO DELL’ ASCOLTATORE (ricettivo e non verbale): eseguire istruzioni o compiere azioni motorie in risposta a quanto detto da qualcun altro. Per esempio dare un biscotto a chi ha chiesto “dammi un biscotto”.
Skinner ha individuato inoltre operanti verbali secondari: gli AUTOCLITICI (per esempio aggettivi, avverbi, specificazioni) che aggiungono informazioni agli operanti verbali primari.
L'importanza di questo argomento e di tutti i concetti espressi nel libro "Verbal Behavior” sta' nel fatto che i bambini con autismo difficilmente trasferiscono le acquisizioni da un operante all’altro. Questo perché gli operanti sono funzionalmente indipendenti (come abbiamo visto le loro funzioni sono specifiche).
Diventa chiaro a questo punto che nei programmi Verbal Behavior sia essenziale l'insegnamento di tutte le funzioni di una parola.
Una parola, come dai nostri esempi "biscotto", può essere usata con diversi propositi: per ripetere ciò che qualcuno sta dicendo, per denominare, per richiedere, per rispondere a una domanda ect.
Quindi la stessa parola deve essere insegnata come un listener (una risposta ricettiva), un mand, un tact, un echoic, un intraverbal, in modo che il bambino possa usare la parola in tutti i suoi significati.
Vedremo in altri articoli alcune strategie per insegnare a ripetere parole (ECHOIC), denominare (TACT), fare richieste (MAND) e rispondere a delle domande (INTRAVERBAL).
Oltre ai tre libri già indicati nel precedente post, tra i "libri consigliati" di questo articolo non poteva mancare "Il comportamento Verbale" di B.F. Skinner, punto di partenza di tutto ciò che fa ogni terapista ABA. Un libro di non facile lettura ma fondamentale per chiunque lavori nel settore dei disturbi del linguaggio e della disabilità. Una vera pietra miliare. Assolutamente da avere nella propria libreria.Se acquisterete i libri dai link in questa pagina aiuterete questo blog a crescere. A voi non costerà un centesimo in più. Grazie!
In questo nuovo articolo, ovvero nella sesta parte, parleremo dell'acquisizione del linguaggio.
Le teorie tradizionali sullo sviluppo del linguaggio (Chomsky, Piaget, Vygotsky, Brunner) lo hanno definito come un processo innato non dipendente da fattori ambientali, ma controllato da meccanismi cognitivi interni.
Queste teorie, di conseguenza, hanno posto la loro attenzione sulla forma del linguaggio, cioè sulle parole, frasi, sintassi, la grammatica ect.
Nel 1957 Skinner scrive il libro “Verbal Behavior”, nel quale presenta il linguaggio come un comportamento verbale che può essere spiegato tramite le stesse variabili ambientali che controllano ogni altro comportamento.
Considerato un comportamento, anche il linguaggio sottostà alla contingenza a tre termini (ormai dovremmo conoscerla perché ne abbiamo parlato qui e qui): l’antecedente, il comportamento vero e proprio e la conseguenza.
Ricordiamo brevemente:
• l’antecedente descrive la situazione prima del comportamento e comprende il controllo dello stimolo e la motivazione (MO);
• il comportamento rappresenta la forma della risposta che viene messa in atto rispetto all’antecedente;
• la conseguenza è l'azione che segue quel determinato comportamento.
Nella conseguenza il comportamento può subire delle variazioni tramite il rinforzo (aumento del comportamento).
Il comportamento verbale (B) può quindi essere studiato sulla base degli stimoli ambientali che lo precedono (A) e le conseguenze (C).
La parola non viene più definita sulla base della sua forma, ma per la sua funzione, ovvero in base alle variabili che ne controllano l’emissione.
Il linguaggio viene suddiviso da Skinner in categorie funzionali (ogni categoria ha una precisa funzione) chiamate operanti verbali. Nel linguaggio Skinner ha individuato anche il comportamento non verbale, detto dell'ascoltatore (LISTENER) e cioè il linguaggio ricettivo: risposte motorie a ciò che viene detto. Ad esempio diciamo al bambino "tocca la testa" e il bambino si tocca la testa.
Un' importante precisazione và fatta.
Con comportamento verbale non ci di riferisce solo al comportamento vocale, ovvero al "parlare", ma a qualunque tipo di sistema di comunicazione: per esempio la lingua dei segni (utilizzate da chi presenta disabilita` uditive) o il PECS (sistema di comunicazione per scambio di immagini).
Torniamo agli operanti verbali identificati da Skinner e al comportamento non verbale:
- Operanti verbali primari:
• MAND (Richiesta): chiedere ciò che si vuole. Per esempio dire “biscotto” perchè lo si vuole;
• TACT (Denominazione / Etichettamento): dire il nome o identificare un oggetto, una caratteristica o un evento. Per esempio dire “biscotto” perché lo si vede;
• ECHOIC (Imitazione vocale): ripetere esattamente quello che si è sentito. Per esempio dire “biscotto” dopo che qualcun altro ha detto la stessa parola;
• MIMETIC (Imitazione del segno): copiare i movimenti di qualcun altro. Fare il segno (del linguaggio dei sordi ad esempio) per "biscotto" dopo che qualcun altro ha fatto il segno per "biscotto";
• INTRAVERBALE (Risposta a domande): rispondere a domande o conversare quando le parole sono sotto il controllo di altre parole. Per esempio dire “biscotto” quando viene chiesto: “cosa mangi per merenda?”;
• TEXTUAL (comportamento testuale): è la lettura senza necessaria comprensione. La comprensione di ciò che si legge implica il coinvolgimento di altri operanti verbali e non verbali come l’intraverbale e il linguaggio ricettivo . Per esempio, dire “biscotto” vedendo la parola scritta "biscotto" è un comportamento testuale. Capire che una biscotto è qualcosa che si mangia non è comportamento testuale. Capire in questo caso è comunemente identificato come comprensione della lettura. Skinner ha scelto il termine textual perché il termine lettura si riferisce a molti processi che
avvengono nello stesso momento.
• TRASCRIPTION (dettato): consiste nello scrivere una parola che si è sentita. Skinner si riferisce a questo comportamento come “dettato” perché il comportamento coinvolge non soltanto la scrittura delle lettere che compongono la parola ma anche un corretto riconoscimento delle singole lettere che formano la parola.
- Comportamento non verbale:
• LISTENER - COMPORTAMENTO DELL’ ASCOLTATORE (ricettivo e non verbale): eseguire istruzioni o compiere azioni motorie in risposta a quanto detto da qualcun altro. Per esempio dare un biscotto a chi ha chiesto “dammi un biscotto”.
Skinner ha individuato inoltre operanti verbali secondari: gli AUTOCLITICI (per esempio aggettivi, avverbi, specificazioni) che aggiungono informazioni agli operanti verbali primari.
Infografica su alcuni operanti verbali e relativi esempi. |
L'importanza di questo argomento e di tutti i concetti espressi nel libro "Verbal Behavior” sta' nel fatto che i bambini con autismo difficilmente trasferiscono le acquisizioni da un operante all’altro. Questo perché gli operanti sono funzionalmente indipendenti (come abbiamo visto le loro funzioni sono specifiche).
Diventa chiaro a questo punto che nei programmi Verbal Behavior sia essenziale l'insegnamento di tutte le funzioni di una parola.
Una parola, come dai nostri esempi "biscotto", può essere usata con diversi propositi: per ripetere ciò che qualcuno sta dicendo, per denominare, per richiedere, per rispondere a una domanda ect.
Quindi la stessa parola deve essere insegnata come un listener (una risposta ricettiva), un mand, un tact, un echoic, un intraverbal, in modo che il bambino possa usare la parola in tutti i suoi significati.
L'importanza di insegnare tutti i "significati" di una parola. |
Vedremo in altri articoli alcune strategie per insegnare a ripetere parole (ECHOIC), denominare (TACT), fare richieste (MAND) e rispondere a delle domande (INTRAVERBAL).
Interventi per l'autismo - Studio Pedagogico Maieutica - Sinnai |
Il manuale ABA-VB: Applied behavior Analysis And Verbal Behavior. Fondamenti, tecniche e programmi di intervento. Carlo Ricci, Alberta Romeo, Delia Bellifemine, Giorgia Carradori, Chiara Magaudda. Erikson
Intervento precoce per bambini con autismo. Un manuale per genitori e specialisti. Catherine Maurice (Autore), L. Nota (a cura di), S. Soresi (a cura di), S. Falchero (Traduttore)
Applied Behavior Analysis. John O. Cooper (Autore), Timothy E. Heron (Autore), William L. Heward (Autore) solo in inglese
Strategie e tecniche per il cambiamento. Garry Martin (Autore), Joseph Pear (Autore), P. Moderato (a cura di), F. Roletto (a cura di)
Il comportamento verbale. Burrhus F. Skinner (Autore)
Tecniche base del metodo comportamentale. Per l’handicap grave e l’autismo. Richard M. Foxx (Autore), C. Calovi (a cura di), M. Rucci (Traduttore), C. Villoresi (Traduttore)
Oltre ai tre libri già indicati nel precedente post, tra i "libri consigliati" di questo articolo non poteva mancare "Il comportamento Verbale" di B.F. Skinner, punto di partenza di tutto ciò che fa ogni terapista ABA. Un libro di non facile lettura ma fondamentale per chiunque lavori nel settore dei disturbi del linguaggio e della disabilità. Una vera pietra miliare. Assolutamente da avere nella propria libreria.Se acquisterete i libri dai link in questa pagina aiuterete questo blog a crescere. A voi non costerà un centesimo in più. Grazie!
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