I PRERQUISITI DELLA COMUNICAZIONE - OVVERO LE BASI DEL LINGUAGGIO
"Spesso si pensa erroneamente che un bambino non verbale debba immediatamente ricevere interventi mirati al linguaggio, ossia insegnamenti diretti per imparare a "parlare". Tuttavia, è cruciale comprendere che, prima dell'emergere delle prime parole, si deve favorire lo sviluppo di competenze fondamentali che costituiscono le basi del linguaggio e dello sviluppo cognitivo del bambino. Secondo gli approcci naturalistici evolutivi, prima di "insegnare a parlare" al bambino, è necessario guidarlo attraverso le fasi preliminari che normalmente precedono l'acquisizione del linguaggio vero e proprio."
Quali sono questi prerequisiti al linguaggio e come stimolarli?
Intenzionalità comunicativa
Nei primi mesi di vita i neonati comunicano in modo non intenzionale attraverso pianti, espressioni facciali e vocalizzi, senza consapevolezza di questi segnali. Gradualmente i bambini riconoscono una relazione causa-effetto tra il loro comportamento e le reazioni degli adulti. Verso i 9-10 mesi, iniziano a comunicare intenzionalmente, utilizzando gesti e suoni per esprimere bisogni o raggiungere obiettivi, come indicare un giocattolo per ottenere che la mamma lo dia loro. Tuttavia, in alcuni bambini con un ritardo di linguaggio, autismo o grave disabilità intellettiva l’intenzionalità comunicativa potrebbe non essere così forte. Come possiamo stimolare questa competenza in questi casi? Ecco alcuni suggerimenti:
Predisporre un ambiente che incoraggi il bambino a comunicare. Posizionare gli oggetti preferiti dal bambino in luoghi visibili ma non raggiungibili può stimolare dei tentativi di comunicazione come gesti e vocalizzi che devono essere prontamente rinforzati fornendo l'oggetto della richiesta.
Un ambiente che incoraggia le richieste |
Fornire un modello per la comunicazione: Gli adulti possono dimostrare comportamenti comunicativi, come parlare in modo semplice, fare gesti o usare sistemi di comunicazione alternativa, per fornire un modello che il bambino possa imitare.
Attesa attiva: Dopo aver presentato uno stimolo o una richiesta, l'adulto dovrebbe aspettare attivamente, dando al bambino il tempo di elaborare e rispondere. Questo può incoraggiare il bambino a prendere l'iniziativa nella comunicazione.
Attesa attiva della richiesta |
Un bambino chiede dell'acqua mostrando un'immagine |
Contatto visivo e attenzione congiunta
Cos’è? La capacità di mantenere il contatto visivo (o oculare) permette al bambino di acquisire importanti informazioni dalle persone con cui potrebbe interagire. L’attenzione condivisa (o congiunta) è il prerequisito al poter “parlare di qualcosa”, per esempio guardando insieme la stessa cosa. Questo permette di capire di cosa si sta parlando. Come ci lavoriamo?
Per promuovere e sostenere lo sviluppo dell'attenzione congiunta e del contatto oculare nei bambini, è possibile adottare diverse strategie.
Queste strategie sono finalizzate a incoraggiare bambino a stabilire un contatto visivo naturale, un aspetto fondamentale nella comunicazione e interazione sociale.
Uso di oggetti di interesse: Una tecnica efficace consiste nell'utilizzare oggetti che suscitano l'interesse del bambino. Posizioniamo questi oggetti all'altezza dei nostri occhi, in modo che, nel processo di osservazione dell'oggetto, il bambino possa incrociare il nostro sguardo. Questo crea un'opportunità per condividere l'attenzione su un'attività o un oggetto comune, facilitando l'interazione.
Interazione faccia a faccia: Favoriamo il contatto visivo adottando una posizione che sia alla stessa altezza e frontale rispetto al bambino. Questo approccio riduce le distrazioni e aiuta il nostro bambino a concentrarsi sul nostro volto e sui nostri occhi.(Abbassatevi alla sua altezza quando gli parlate!)
Attività di Gioco Stimolanti: Un esempio pratico è far saltare il bambino sul letto, tenendolo per le mani. Durante il gioco, possiamo incorporare il conteggio, creando un momento di attesa e anticipazione. Questa attesa può stimolare il bambino a cercare il nostro sguardo, specialmente se accompagnata da una pausa intrigante prima di ogni salto.
Rinforzo contingente: È cruciale rinforzare in modo naturale ogni volta che si stabilisce un contatto oculare, anche se breve. Quando il bambino ci guarda, possiamo utilizzare un rinforzo verbale per dare significato a quello sguardo. Non diremo però: "Bravo Edoardo che mi hai guardato negli occhi!" , ma semplicemente lo rinforzeremo in maniera contestuale, ad esempio possiamo esprimere entusiasmo e riconoscimento con frasi come: "Matteo, stiamo saltando insieme!",(se vi guarda mentre salta sul letto)"Voglio quella macchinina!",(Se incrocia il vostro sguardo e guarda verso l'oggetto) "Guarda, c'è l'aereo!"(Guarda un areo e poi voi) o "Wow, che bello lo scivolo!" (Vede uno scivolo al parco e vi guarda per un istante). Questo rinforzo aiuta i bambini a comprendere l'importanza del contatto visivo nella comunicazione e nell'interazione.
Cos’è? Abilità cardine nello sviluppo sociale, cognitivo e linguistico in quanto permette di provare ed interiorizzare esperienze ed emozioni dal punto di vista dell’altro. Spesso carente anche a causa della mancanza di motivazione. Come ci lavoriamo?
Utilizzare attività condivise: Creare situazioni in cui il bambino e un adulto o un coetaneo condividono un'attività può incoraggiare l'imitazione. Ad esempio, giocare con blocchi o giocattoli che richiedono azioni ripetitive (come impilare o inserire forme) può fornire opportunità naturali per l'imitazione.
Feedback positivo e rinforzo: Offrire feedback positivo e rinforzo quando il bambino imita un comportamento o un'azione può aumentare la probabilità che il comportamento venga ripetuto.
Modello di role-playing: Coinvolgere il bambino in giochi di ruolo divertenti con un modello chiaro e coerente nelle sue azioni. L'adulto può anche esagerare i movimenti e le espressioni facciali per renderli più facilmente identificabili e imitabili dal bambino.
Incoraggiare l'imitazione reciproca: Utilizzare un'interazione bidirezionale in cui sia il bambino che l'adulto o il coetaneo si imitano a vicenda. Questo può aiutare a sviluppare la consapevolezza sociale e a rendere l'imitazione un'esperienza più coinvolgente e gratificante per il bambino. Per esempio, se il bambino fa un suono o un gesto, l'adulto può imitarlo e poi invitare il bambino a imitare qualcosa che l'adulto fa.
Rispetto del turno
Alternanza di sguardi, sorrisi, suoni e movimenti. Sono moltissime le situazioni sociali che funzionano con l’applicazione spontanea e generalizzata dell’idea del turno. Una delle più importanti e diffuse è proprio la conversazione. Vediamo qualche strategia per lavorare sul turno.
Uso di gesti
Prima di imparare a parlare, i bambini si esprimono mediante segni e gesti. Questa fase rappresenta un passaggio fondamentale nel loro sviluppo. Stabilire routine quotidiane e incorporare l'uso di gesti e segni contribuisce a migliorare la capacità comunicativa del bambino
Canzoni e filastrocche con gesti: Integrare canzoni o filastrocche che includano gesti. Ad esempio, "Giro giro tondo" o "Il coccodrillo come fa?" possono essere utilizzate per insegnare gesti che accompagnano le parole.
Storie interattive con gesti esagerati: Leggere libri illustrati e incorporare gesti per raccontare la storia. Per esempio, se la storia parla di un uccello che vola, si può imitare il volo con le braccia. Questo aiuta i bambini a collegare i gesti con le parole e le immagini, migliorando la comprensione e l'espressione.
Giochi di ruolo con pupazzi o burattini: Utilizzare pupazzi o burattini per recitare storie o situazioni quotidiane, incorporando gesti specifici. I pupazzi possono rendere l'interazione meno intimidatoria e più coinvolgente per i bambini autistici, consentendo loro di esplorare l'uso dei gesti in un contesto sicuro e controllato.
Gioco simbolico
Cos’è? Il fatto che un animale con quattro zampe che abbaia si chiami cane, altro non è che una convenzione: noi possiamo comunicare parlando perché sappiamo associare alle parole il significato che rappresentano. In una prima fase di gioco, i bambini manipolano gli oggetti per esplorarli a livello sensoriale (toccano, annusano, mettono in bocca, lanciano, sbattono e scuotono) ed è così che iniziano a conoscere il mondo intorno a loro. In una seconda fase imparano ad usare gli oggetti secondo la loro funzione, ovvero il pettine per pettinare, il bicchiere per bere, etc.. Come arrivano a fare questo? Attraverso l’imitazione delle azioni svolte dai propri genitori, da chi trascorre del tempo con loro, dagli altri bambini. Così iniziano a “fare finta” di bere, di dormire, di preparare un caffè che poi offriranno alla mamma che starà al gioco e lo berrà, faranno finta di fare il bagnetto alla bambola, etc.
Andando avanti con lo sviluppo i bambini iniziano ad utilizzare un oggetto attribuendogli un significato simbolico: per esempio prendono il mattoncino delle costruzioni e lo portano all’orecchio facendo finta che sia un telefono, prendono una penna e fanno finta di lavare i denti. Questo avviene perché il pensiero dell’oggetto e la sua funzione è capace di separarsi dall’oggetto concreto. In questo modo l’azione nasce dall’idea e non dall’oggetto in sé: motivo per cui una sedia può diventare una macchina.
Gioco di ruolo con pupazzi e personaggi: Utilizza pupazzi, bambole o action figures per creare scenari di gioco di ruolo. Ad esempio, puoi simulare una situazione familiare come un pranzo in famiglia o una visita dal medico. Questo permette al bambino di esplorare e imitare comportamenti sociali e routine quotidiane in un contesto sicuro e controllato.
Cucina giocattolo e finta spesa: Creare un angolo gioco con una cucina giocattolo, alimenti finti e accessori. I bambini possono fingere di cucinare, servire pasti, o fare la spesa. Questo tipo di gioco aiuta anche a comprendere le sequenze di azioni e a sviluppare le abilità di pianificazione e organizzazione.
Drammatizzazione con "costume": Utilizza costumi e accessori per permettere al bambino di "diventare" un personaggio diverso (es. un dottore, un insegnante, un supereroe). Questo tipo di attività incoraggia l'espressione di sé e la comprensione dei diversi ruoli sociali. Durante la drammatizzazione, è possibile guidare il bambino attraverso semplici scenari, aiutandolo a interpretare il ruolo e a reagire a situazioni ipotetiche.
In tutte queste attività è importante seguire il ritmo del bambino, offrendo supporto e incoraggiamento, e assicurandosi che l'esperienza sia positiva e coinvolgente.
Stimolando questi prerequisiti, si favorisce lo sviluppo del linguaggio e della cognizione del bambino.
Fateci sapere cosa ne pensate!
Ulteriori informazioni su questo argomento sono disponibili anche nel post sull'intersoggettività nell'autismo che ti consigliamo di leggere per avere un quadro ancora più chiaro. (https://educational--academy.blogspot.com/2019/01/l-intersoggettivita-nellautismo.html).
Per approfondimenti scientifici, si possono consultare i seguenti riferimenti:
- Articolo NCBI (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2635569/)
- Articolo IIDC (https://www.iidc.indiana.edu/irca/articles/evidence-based-practices-for-effective- communication-and-social-intervention.html)."
Studio Pedagogico Maiutica Sinnai (Ca)
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