Lo shaping: come plasmare un comportamento - L'ABA spiegata a mia nonna - (Nona Parte)

Continuiamo Il nostro approfondimento sulle procedure di modificazione del comportamento. Dopo il prompt (suggerimento) e il fading (graduale eliminazione del prompt) è il turno dello shaping.

Lo shaping in italiano viene tradotto come modellaggio ed è una tecnica di modificazione del comportamento.
Piccola precisazione. Spesso succede che a causa dei termini inglesi e delle loro traduzioni si faccia confusione tra lo shaping, tradotto appunto modellaggio, e il modelling tradotto come modellamento (fornire un modello da imitare). Già in un altro post abbiamo per questo preferito aggiungere la traduzione “plasmare” che nella lingua italiana, a nostro parere, rende meglio l'idea di come funziona lo shaping.

Nel suo libro, Science and Human Behaviour (1953), B.F. Skinner ha descritto lo shaping con una analogia: il condizionamento operante viene paragonato ad un ceramista che modella un pezzo di argilla. Il prodotto del ceramista avrà una sua forma specifica ma non riusciremo a trovare un momento preciso in cui questa forma apparirà. Allo stesso modo una certa risposta di un organismo non è qualcosa che appare all'improvviso ma il risultato di un processo in continua formazione.

Detto più  semplicemente, lo shaping è definito come il rinforzamento differenziale dei comportamenti che progressivamente si avvicinano al comportamento target.

In pratica con questa tecnica andremo a rinforzare ripetutamente quei comportamenti che, pur lontani dal comportamento target, si avvicinano progressivamente all’obiettivo.
Il rinforzo va fornito, quindi, inizialmente ai comportamenti che sono relativamente facili per il soggetto, per poi rinforzare quelli che si avvicinano sempre di più al comportamento target.


Insegnare ad indossare una maglietta con lo shaping


Per fare ciò occorre scomporre l’obiettivo finale in piccoli sotto-obiettivi. In questo modo si andrà a ridurre l'aspettativa sul bambino, spingendo dolcemente verso piccoli miglioramenti per volta fino al raggiungimento dell’obiettivo finale.
 
Ecco un esempio:

Alessio é  un bambino con autismo con cui è  stato iniziato un programma, il cui l'obiettivo è quello  di richiedere un oggetto vocalmente. Alessio ama giocare con la palla, quindi si decide di usare questo interesse per insegnare ad Alessio come richiederla dicendo palla. Si inizia insegnando ad Alessio a pronunciare il primo suono presente in palla, / p /. Quando Alessio emette il suono / p /  gli si passa la palla e lo si elogia con entusiasmo. Naturalmente se dice altre vocalizzazioni diverse da / p /, non gli si passa la palla. Dopo che Alessio riesce a dire con successo il suono per richiedere la palla in più occasioni, si aumenta la difficoltà del compito e gli si insegna a dire "pa" per richiedere la palla. Se Alessio dice "pa" gli si passerà  la palla.
In questo esempio si rinforza in modo differenziale il comportamento di Alessio tirandogli la palla (rinforzo) solo quando pronuncia il suono corretto. Se emette un altro suono (o nessuno) non gli si passerà la palla. Stiamo quindi rinforzando le successive approssimazioni alla parola "palla".

Lo shaping è una tecnica che permette di raggiungere obiettivi importanti anche rispetto alla relazione.
Adeguare le aspettative dell’adulto ad obiettivi raggiungibili, evitando di far vivere al bambino inadeguatezza e frustrazione, instaura una spirale virtuosa di rinforzamenti reciproci: l’adulto rinforza il bambino per piccoli miglioramenti e questi ultimi rinforzano a loro volta l’adulto.

Riepiloghiamo i passi coinvolti nel processo di Shaping:

1. Rinforzare qualsiasi comportamento che sia anche lontanamente vicino al comportamento target desiderato.

2. Rinforzare il comportamento che è più vicino al comportamento di destinazione (non si dovrebbe rinforzare il comportamento precedentemente acquisito).

3. Continuare a rinforzare le risposte/i comportamenti che sono sempre più simili e vicine/i al comportamento di destinazione fino a raggiungere il comportamento target.

4. Una volta raggiunto il comportamento target, rinforzare solo la risposta finale.

È necessaria molta attenzione  per capire fino a quando rinforzare un comportamento “intermedio” prima di passare a quello successivo.

La tecnica dello shaping richiede un impegno sempre maggiore da parte del bambino ma la  riuscita della procedura dipenderà molto dall'abilità dell’adulto che applica lo shaping.

Se si rinforza un comportamento per troppo tempo si rischia di consolidare questa risposta fino al punto da avere molte difficoltà, poi, a motivare il bambino verso il livello successivo.

Al contrario vi è il pericolo che il comportamento appena acquisito si estingua se si cerca di procedere con troppa fretta, in quanto il soggetto non avrà avuto il tempo sufficiente a stabilire un collegamento fra il nuovo comportamento ed il rinforzo. Un consiglio pratico è quelli di rinforzare da 3 a 5 esecuzioni di un dato comportamento prima di passare a quello successivo.

Al prossimo articolo!



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