Il PECS per l'autismo - Ovvero la via dello scambio di immagini per aspiranti comunicatori
Oggi parliamo del PECS, un sistema di comunicazione per scambio di immagini. E' importante non confondere il PECS con gli altri usi che si fanno, nell'ambito dell'intervento sui disturbi dello spettro autistico, dei supporti visivi come: agende visive, token economy, task analysis...di questo parleremo in un prossimo articolo.
Il PECS è l'acronimo di Picture Exchange Communication System e fa parte delle strategie utilizzate nell’ambito della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA). I suoi creatori Lori Frost e Andrew Bondy definiscono il PECS come un programma basato sull’analisi del comportamento applicata (ABA) (vedi il nostro articolo introduttivo sull'ABA), modificato e progettato per un addestramento ad una comunicazione non vocale, simbolica e precoce.
È stato inizialmente ideato per bambini nello spettro dell'autismo in età prescolare o per persone che presentassero un deficit della comunicazione sociale. Nel corso degli anni è stato adattato per essere utilizzato con una popolazione più diversificata.
Le tecniche di addestramento per il PECS comprendono strategie ABA che abbiamo visto nei precedenti articoli: rinforzi (elementi che possono modificare la frequenza di un comportamento), prompting (aiuti, in particolare prompt visivi e fisici), fading (graduale diminuzione deģli aiuti), modeling e strutturazione dell’ambiente.
Per comprendere meglio il sistema PECS è essenziale capire la differenza tra "parlare" e "comunicare". Il punto è che si può comunicare anche senza parlare...
Per parlare si intende la capacità tipicamente umana di esprimere dei concetti mediante la voce e tecnicamente viene definita comportamento vocale. La comunicazione invece è un concetto più ampio e possiamo definirla come un comportamento diretto verso un'altra persona che fornisce poi la conseguenza relativa, sia essa diretta o sociale. In questo caso la distinzione che ci interessa è quindi quella tra comunicazione (o comportamento) vocale (parlare) e comportamento verbale cioè una comunicazione intenzionale che avviene attraverso un altro canale, ad esempio la lingua dei segni o il sistema PECS appunto.
Il PECS può essere definito come un metodo per insegnare ad un bambino a cosa serva e come si usi la comunicazione. Attraverso il PECS vengono insegnate la funzione di richiesta (mand), di commento (tact) e di risposta a domande (intraverbal).
(Vedi il post sugli operanti verbali per approfondire questi concetti).
La critica più frequente rivolta al PECS e agli altri tipi di Comunicazioni Aumentativa Alternativa è che tali metodologie possano sopprimere la comparsa del linguaggio. A tal proposito i risultati empirici dimostrano il contrario: l’introduzione del PECS favorisce la comparsa del linguaggio.
La procedura per insegnare il sistema PECS è un protocollo specifico che è stato ideato dalla Piramyd Educational Consultantants (fondata dagli stessi ideatori del sistema PECS Lori Frost e Andrew Bondy) che gestisce anche la formazione.
La prima funzione ad essere insegnata dalla prima alla quinta fase è la richiesta o mand: al bambino si insegna progressivamente ad avvicinarsi ad un’altra persona e a consegnare la carta-simbolo di un oggetto desiderato, in cambio dell’oggetto.
La comunicazione progredisce gradualmente dal semplice scambio con l’altro, alla capacità di discriminare fra immagini, la formulazione di frasi con nomi, verbi, aggettivi non solo per richiedere, ma anche per commentare (tact) e rispondere a domande (intraverbal).
Di seguito approfondiamo le varie fasi.
Nelle prime due fasi è necessaria la presenza di due adulti con il bambino: il partner della comunicazione e la guida fisica (prompter) che interviene per aiutare.
Nelle fasi successive è sufficiente il rapporto 1:1, sebbene possa essere indicato coinvolgere due adulti all’inizio di una nuova fase del sistema. Gradualmente gli interlocutori e i contesti devono variare per favorire il processo di generalizzazione.
A proposito di generalizzazione è importante che la persona che sta apprendendo il PECS lo utilizzi in tutti i contesti di vita in quanto finalizzato ad una comunicazione funzionale.
Chi può utilizzare il PECS?
La formazione PECS non è limitata dall'età, ma piuttosto da alcuni criteri. Pertanto l'addestramento PECS potrebbe essere rivolto ad un adulto di 40 anni con un deficit cognitivo, così come ad un bambino di due anni senza alcun deficit cognitivo.
Prima di tutto la persona a cui insegnare il sistema PECS dovrebbe essere un comunicatore intenzionale. Ciò significa che il bambino (o adulto) deve essere consapevole della necessità di comunicare il suo messaggio a qualcuno, anche se in modo limitato. Il bambino (o adulto) che “trascina” un'altra persona attraverso la stanza fino alla posizione di un oggetto che lui o lei desidera avere, ha almeno una nozione iniziale di intenzionalità. Il bambino (o adulto) che tenta di ottenere qualcosa senza consultare visivamente un adulto o coinvolgerlo in qualche modo nella ricerca di soddisfare un desiderio o bisogno, potrebbe avere la necessità di lavorare su alcuni prerequisiti prima dell'addestramento al PECS.
In secondo luogo, l'individuo dovrebbe possedere delle preferenze personali che costituiscono un prerequisito fondamentale in quanto possono motivare la richiesta e quindi consentire l'apprendimento del sistema PECS. Laddove queste preferenze non siano presenti o spiccate, sarà necessario lavorare prima sulla loro acquisizione attraverso prove ed errori o un’esposizione a vari tipi di cibo, oggetti o attività.
Per quanto riguarda i prerequisiti necessari per iniziare il PECS, la capacità di discriminazione delle immagini non è da considerarsi tale. Anche se questo può sembrare strano. Infatti chi non possiede questa competenza può acquisirla progressivamente, man mano che si procede nelle fasi del PECS.
Sebbene il sistema PECS sia utilizzato principalmente con individui non verbali, può essere efficace anche per individui che sono principalmente ecolalici, per coloro che hanno un linguaggio non intelligibile o che possiedono solo un piccolo repertorio di parole o segni significativi.
Ecco di seguito un piccolo riassunto delle fasi previste dal PECS:
Fase I
In questa prima fase di insegnamento al bambino/adulto, saranno presenti sia il partner comunicativo (colui che riceve il messaggio e consegna l'oggetto/cibo richiesto) che il prompter/facilitatore (colui che guida fisicamente il bambino/adulto nella consegna del messaggio/immagine).
L’obiettivo sarà il seguente: il bambino (o adulto) vedendo un oggetto molto gradito prenderà un'immagine di tale oggetto e rilascerà l'immagine nella mano del partner comunicativo.
In questa fase (Fase I), il programma inizia con l'adulto che mostra un oggetto o un cibo preferito al bambino. Mentre il bambino cerca di raggiungere l'oggetto desiderato, il facilitatore assiste il bambino e lo guida fisicamente verso l'immagine che rappresenta l'oggetto o l'alimento desiderato. Lui o lei è quindi fisicamente assistito per dare l'immagine al ricevitore del messaggio, che deve essere fisicamente vicino al comunicatore bambino (o adulto). La vicinanza fisica consente che lo scambio avvenga facilmente. L'adulto che riceve il messaggio (immagine) non dice nulla finché non viene offerta l'immagine. In quel momento, il partner comunicativo dice qualcosa del tipo "Oh, vuoi un biscotto (o qualsiasi cosa rappresenti l'immagine) e consegna l'oggetto alla persona che fa la richiesta. Nella Fase I si alternano gli oggetti richiesti, il partner comunicativo, il prompter e l'ambiente in cui avviene lo scambio. L'obiettivo è di avere circa 80 scambi durante il corso della giornata.
Fase II
Nella Fase II del PECS si persegue sempre l'obiettivo di aumentare l'indipendenza del bambino ed il prompter è ancora disponibile per l'assistenza necessaria. In questa fase lo studente impara a rimuovere l'immagine da un quaderno per lo scambio. Lui o lei dovrà impegnarsi in uno spostamento per realizzare lo scambio. A questo scopo si allontaneranno progressivamente il quaderno della comunicazione ed il partner comunicativo.
Fase III
Nella fase III, vengono presentate più possibilità di scelta quindi lo studente dovrà discriminare tra più immagini presenti contemporaneamente sul quaderno, che aumenteranno di numero progressivamente.
L’obiettivo sarà il seguente: il bambino (o adulto) vedendo un oggetto molto gradito prenderà un'immagine di tale oggetto e rilascerà l'immagine nella mano del partner comunicativo.
In questa fase (Fase I), il programma inizia con l'adulto che mostra un oggetto o un cibo preferito al bambino. Mentre il bambino cerca di raggiungere l'oggetto desiderato, il facilitatore assiste il bambino e lo guida fisicamente verso l'immagine che rappresenta l'oggetto o l'alimento desiderato. Lui o lei è quindi fisicamente assistito per dare l'immagine al ricevitore del messaggio, che deve essere fisicamente vicino al comunicatore bambino (o adulto). La vicinanza fisica consente che lo scambio avvenga facilmente. L'adulto che riceve il messaggio (immagine) non dice nulla finché non viene offerta l'immagine. In quel momento, il partner comunicativo dice qualcosa del tipo "Oh, vuoi un biscotto (o qualsiasi cosa rappresenti l'immagine) e consegna l'oggetto alla persona che fa la richiesta. Nella Fase I si alternano gli oggetti richiesti, il partner comunicativo, il prompter e l'ambiente in cui avviene lo scambio. L'obiettivo è di avere circa 80 scambi durante il corso della giornata.
Fase II
Nella Fase II del PECS si persegue sempre l'obiettivo di aumentare l'indipendenza del bambino ed il prompter è ancora disponibile per l'assistenza necessaria. In questa fase lo studente impara a rimuovere l'immagine da un quaderno per lo scambio. Lui o lei dovrà impegnarsi in uno spostamento per realizzare lo scambio. A questo scopo si allontaneranno progressivamente il quaderno della comunicazione ed il partner comunicativo.
Fase III
Nella fase III, vengono presentate più possibilità di scelta quindi lo studente dovrà discriminare tra più immagini presenti contemporaneamente sul quaderno, che aumenteranno di numero progressivamente.
La Fase III prevede due sotto fasi: nella Fase IIIa la persona che sta apprendendo il PECS dovrà discriminare tra un oggetto o cibo gradito e uno non gradito; nella Fase IIIb la persona dovrà essere in grado di consegnare la giusta immagine rispetto a due oggetti o cibi graditi.
In questa fase si utilizzerà una particolare procedura di correzione dell'errore in 4 passi.
Fase IV
Nella Fase IV il bambino o adulto impara a combinare l'immagine dell'oggetto con la parola "Voglio" su una striscia- frase ed a consegnare la striscia al partner comunicativo.
Fase V
Nella Fase V il bambino impara a rispondere alla domanda "Cosa vuoi?" scambiando la striscia della frase. L'uso della frase interrogativa come richiesta da fare al bambino è inserita solo a partire dalla fase V, perché il comportamento di scambio dovrebbe essere ormai automatico a questo punto del programma. A tal proposito si ritiene che l'uso anticipato di una richiesta in questi termini rischi di non rendere indipendente il bambino che si potrebbe abituare a fare richieste solo dopo una domanda (cosa vuoi?). (Approfondiremo in altri articoli la differenza tra mand puro e mand impuro. Per una introduzione sugli operanti verbali vedi qui.)
Fase VI
Nella Fase VI lo studente impara a rispondere alla domanda "Cosa vedi?". Quest'ultima fase è progettata per introdurre l’aspirante comunicatore al comportamento di commento (tact).
Infografica fasi PECS |
Quali tipi di simboli dovrebbero essere utilizzati per l'addestramento PECS?
Le immagini utilizzate con il programma possono essere fotografie, disegni in bianco e nero, colorati o anche simboli più astratti. I simboli delle immagini di Mayer-Johnson, spesso chiamati impropriamente pecs, sebbene spesso usati nel PECS, non sono una risorsa obbligatoria per il programma. La selezione del tipo e della dimensione dell’immagine dipende dalle esigenze individuali.
È necessario seguire il protocollo PECS alla lettera?
Le relazioni pubblicate riguardanti il PECS si basano sull'implementazione del programma come sopra definito. Il programma potrebbe richiedere diversi mesi o diversi anni per essere completato.
C'è da dire che non tutti quelli che dicono di usare il PECS stiano eseguendo il programma come progettato. Alcuni potrebbero utilizzare la strategia di uno scambio di immagini ma non adottare le procedure e le fasi PECS. Molte persone ad esempio cercano di eseguire il programma senza utilizzare un facilitatore nelle fasi iniziali. Quest'ultima modalità non sarebbe considerata come correta modalità di predisporre un programma PECS, sebbene potrebbe avere successo con alcuni individui. Seguiere il protocollo per le prime tre fasi e poi passare ad un programma di intervento di CAA più tradizionale, tuttavia, è riconosciuto da Frost e Bondy come un legittimo adattamento del programma PECS.
Al prossimo articolo!!!
Riferimenti: Manuale PECS – The Picture Exchange Communication System. Lori Frost Andrew Bondy (Autore)
http://www.pecs-italy.com/
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